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calendario 2012

Calendario 2012
La bellezza del fare

 

“Benvenuto sia questo lungo inverno, se mai ci aiuta a crescere, a chi ha coraggio e a chi ancora non ce l’ha” … sono le note di questa canzone di Laura Pausini ad accompagnarci nell’anno che sta per iniziare. Sostenere un gemellaggio a distanza è una coraggiosa sfida educativa per dire che la nostra scuola intende essere un luogo di unione e non di separazione, un luogo di formazione di persone capaci di sentire l’altro come compagno di viaggio che arricchisce il tessuto umano delle relazioni. Vorremmo comunicarlo offrendo aiuto concreto a chi abbiamo sempre immaginato come diverso da noi, come straniero solo perché parla una lingua che non ci è familiare o ha abitudini e tradizioni culturali diverse. Vorremmo esprimere la volontà di superare le distanze costruendo un “ponte” verso chi appare così lontano. La nostra scuola si trasforma, come in un’antica bottega delle arti e dei  mestieri, in un laboratorio in cui i nostri ragazzi possono apprendere arricchendo la loro formazione. Il gemellaggio è un gesto semplice ma nello stesso tempo complesso: semplice perché rispetto a noi adulti i ragazzi hanno una predisposizione naturale a donare senza limiti. Non hanno ancora i freni inibitori che spesso blocca chi è più grande.
Un gesto complesso perché sottintende una disponibilità totale verso l’altro: il gemello è una persona uguale a te. Il gemellaggio è qualcosa di ancora più grande della fratellanza, un valore già difficile da vivere e condividere.
L’educazione passa inevitabilmente attraverso una cultura della solidarietà, la sola che non conosce lingua, religione. Dove la parola “straniero” non trova cittadinanza. Una cultura  della collaborazione concretamente sperimentata nella realizzazione dell’artistico Calendario 2012 : ”La bellezza del fare”.
E le distanze di tempo, spazio e cultura che ci separano dal Tchad possono essere annullate riconoscendo in un alunno qualunque delle scuole di “Maimba e Mamiong” Goundi una persona uguale a noi, così uguale da poter essere considerato un gemello, un amico in cui rispecchiarci, perché, anche nei prossimi dodici mesi, “nessuno può essere felice da solo” (R. FOLLERAU)
“Benvenuto a un nuovo anno per noi…”

La vostra Preside
Marisa Oldani

Marcallo con Casone, Festività 2011-2012

La bellezza del fare

Molti artisti si sono soffermati con le loro opere sulla rappresentazione del lavoro. L’arte figurativa stessa è un lavoro che crea e dà forma, coglie e descrivere l’opera costruttiva dell’uomo, ne sottolinea la fatica, ma esalta anche la bellezza della figura umana che si muove per costruire. Il lavoro è un bisogno fondamentale dell’uomo, che in esso trova un completamento della sua personalità; ogni occupazione offre ragioni di fierezza, è utile e nobile. Qualunque lavoro esige il rispetto e la comprensione di tutti; nessun lavoro è insignificante e tutti devono essere intrapresi con diligenza e serietà. Questo è ciò che Douglas Malloch e Martin Luther King intendevano quando scrissero: Se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate un arbusto nella valle – ma siate il miglior, piccolo arbusto sulla sponda del ruscello. Siate un cespuglio, se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero, se non potete essere il sole siate una stella; non con la mole vincete o fallite – Siate il meglio di qualunque cosa siate.
Cercate ardentemente di scoprire a che cosa siete chiamati, e poi mettetevi a farlo appassionatamente. Questo limpido sguardo in avanti, verso la realizzazione di sé, è la lunghezza della vita umana.
di Laura Garavaglia e Miriam Gilardini

Il bello del fare

Può render molto stanchi,
ma anche soddisfatti.
Può essere di braccia,
oppure di cervello,
ma quel che c’è di bello,
e che comunque esalta,
è l’esser lo strumento
di tutto ciò che avanza.
Dai tempi della pietra
ai viaggi fino a Marte
il lavoro dell’uomo
ha fatto la sua parte.
Come nell’arte
e nella poesia
la bellezza del fare
diventa pura armonia.

Rielaborazione di Alice Scalora