L'ESPERIENZA DELLE CLASSI QUINTE
Da due anni frequentiamo l’orto condiviso che si trova accanto alla scuola, dove lavorano alcuni volontari sotto la guida di un agronomo, il Prof. Montagna. Anche noi abbiamo il nostro piccolo appezzamento, dal momento che a ogni classe è stata assegnata un’area da coltivare che, grazie alla collaborazione di un papà, è stata contrassegnata da un cartello personalizzato.
Quest’anno nei mesi invernali, prima d’ iniziare l’attività vera e propria all’orto, il prof. Montagna è venuto a scuola per svolgere due lezioni : ci ha spiegato le caratteristiche del terreno, le particolarità delle diverse coltivazioni, le fasi di lavorazione e l’influenza della luna a seconda degli ortaggi da seminare. Seguendo i suoi consigli abbiamo seminato cipolle, spinaci, pomodori e piselli in alcuni vasetti di cartone, li abbiamo posizionati sul davanzale della finestra in modo che fossero esposti alla luce e ce ne siamo presi cura vaporizzandoli bene ogni giorno. In seguito le pianticelle ormai cresciute sono state messe a dimora in una serra che si trova nell’orto.
Nel mese di marzo finalmente ci siamo recati nell’orto approfittando delle prime tiepide giornate primaverili e con l’aiuto del signor Montagna e del signor Gianfranco abbiamo preparato il terreno per la semina: lo abbiamo vangato, zappato e lo abbiamo concimato con il letame di bovino che lo rende ancora più fertile; questo concime naturale viene fornito ogni tre anni dall’azienda agricola dei fratelli Simonelli.
In seguito ci siamo dedicati alla fase dell’erpicatura: abbiamo affinato il terreno spaccando le grosse zolle che avrebbero potuto rallentare la crescita degli ortaggi e successivamente sono state preparate le aiuole nelle quali con la zappetta abbiamo fatto dei solchi profondi 40 cm, dove abbiamo seminato una grande varietà di colture: fragole, rapanelli, patate e lattughino. Dal momento che le fasi lunari condizionano moltissimo la crescita degli ortaggi, con la luna calante abbiamo seminato il lattughino, mentre per le altre colture abbiamo aspettato la luna crescente; poi abbiamo trapiantato i pomodori, gli spinaci, le cipolle e i piselli che erano nella serra e che in precedenza avevamo curato in classe.
La serra è una struttura ricoperta da un telone trasparente nella quale il calore riesce ad entrare ma non ad uscire, così la temperatura è sempre più alta rispetto all’esterno; qui vengono fatti crescere gli ortaggi e i frutti fuori stagione.
Nei mercoledì successivi abbiamo irrigato le pianticelle e strappato le erbacce; alcune erano veramente dure e per questo abbiamo organizzato un lavoro di squadra: alcuni estirpavano le erbacce col rastrello, altri le raccoglievano da terra.
Un’altra attività che ci ha tenuti occupati sul campo è stata quella della pacciamatura: consiste nel tagliare delle strisce di plastica nera che vengono posizionate tra gli ortaggi, in modo tale che non crescano le erbe infestanti, non si disperda l’umidità e le verdure possano svilupparsi meglio. La plastica o la tela devono essere nere perché altrimenti i raggi solari possono penetrare e così le erbacce crescono ugualmente.
Quando è arrivato il momento di raccogliere i frutti del nostro lavoro abbiamo portato a casa i rapanelli; ce n’erano alcuni grandissimi ed altri piccolini...ne abbiamo raccolta un’enorme quantità! Molti di noi li hanno gustati in insalata: erano croccanti e squisiti!
Questa esperienza mi è piaciuta molto perché i volontari, con molta pazienza, ci hanno trasmesso l’amore per la terra e per le coltivazioni e ci hanno insegnato molte cose: abbiamo imparato che non bisogna seminare le stesse colture nello stesso posto tutti gli anni, ma fare un po’ a rotazione perché alcune colture assorbono sempre le stesse sostanze impoverendo il terreno, mentre altre le rilasciano.
Abbiamo inoltre scoperto che i prodotti dell’orto sono messi a disposizione delle famiglie bisognose del nostro paese, un gesto di solidarietà davvero prezioso.
Le impressioni dei ragazzi: W L’ORTO!
Grazie a questi insegnamenti sono riuscita a coltivare a casa mia degli ortaggi.
A me non piace tanto lavorare nell’orto perché è faticoso, però ho capito che ne vale la pena perche grazie a questo lavoro posso mangiare cibi sani. Anche se alle Scuole Medie non potrò proseguire questa attività, farò tesoro di quello che ho imparato, così potrò aiutare i miei nonni nel loro orto.
Questa esperienza mi è piaciuta molto, infatti da grande vorrei un orto tutto mio dove coltivare, raccogliere e consumare i prodotti della terra.
A me non piace andare all’orto, perché quando torno a casa mi fa male la schiena, però sono contento degli ottimi risultati ottenuti . E’ una grande soddisfazione consumare prodotti che sono il frutto della nostra fatica e del nostro impegno, così l’anno prossimo potrò mettere in pratica i consigli ricevuti coltivando l’orto di casa mia.
Mi è piaciuto tanto andare all’orto … sembravamo dei piccoli contadini!
E’ troppo bello andare all’orto: è una lezione di scienze all’aria aperta e io ho imparato anche un nuovo mestiere: l’ortolano.
A me piace andare all’orto condiviso perché si sta all’aria aperta a contatto con la natura e si portano a casa le verdure fresche e genuine che noi stessi raccogliamo. Queste verdure sono diverse rispetto a quelle che si comprano al supermercato: sono biologiche, più fresche e saporite.
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